Omelia del Vescovo Carlo ordinazione diaconale di Pino

Celebriamo la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, i due apostoli che sono le colonne della Chiesa, martiri della fede a Roma dove hanno portato la fede al centro dell’impero romano. Sappiamo che hanno consacrato la vita alla diffusione del Vangelo, cui li ha chiamati la grazia del Signore Gesù. A Pietro, prima che gli venisse affidato il ministero di pascere il gregge di Dio, fu chiesto per ben tre volte di confermare il suo amore per Gesù. Paolo era talmente mosso da tale amore da poter dire: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Il ministero si fonda, quindi, su due pilastri: la vocazione, che Dio dà gratuitamente a chi vuole, e l’amore per Gesù che porta ad aderire alla chiamata. Quando la Chiesa conferma la vocazione, è l’amore per Gesù che anima la vita del chiamato.

Caro Pino è questo amore che deve dare vivacità alla vocazione che Dio ti ha donato e che questa sera la Chiesa ti conferma ordinandoti diacono. Dovresti poter dire con san Paolo “non sono più io che vive, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20). Questo amore è vero se ti porta a servire Cristo là dove la Chiesa ti chiama, sciolto da tutti i legami, anche familiari, che possono costituire un ostacolo a questa libertà. Come gli apostoli furono chiamati a lasciare le loro barche per seguire Gesù, ogni consacrato al ministero è chiamato a sciogliere ogni ormeggio che lo lega alla riva e prendere il largo per andare là dove è richiesto il suo servizio. Pietro e Paolo sono un esempio di questa libertà dedicata al ministero.

Omelia ordinazione diaconale Giuseppe Raio

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