GESU’ CRISTO, MISERICORDIA DEL PADRE.

Lettera pastorale del Vescovo Carlo.

La prima lettera ai Corinti di san Paolo ci ha accompagnato nell’anno pastorale scorso. Con san Paolo abbiamo riscoperto la gioia di essere cristiani e la grande novità liberatrice del Vangelo che egli ha portato, prima, nella comunità di Corinto, e poi, in tutta la Chiesa. Abbiamo anche imparato a comprendere che si devono superare tante sfide per costruire una vera comunità cristiana, unita nell’amore e capace di superare le divisioni che il Maligno in tanti modi subdoli cerca di inserirvi per disgregarla. Anche nei primi tempi della Chiesa ci si è dovuti scontrare con tante debolezze umane e con tante fragilità della comunità cristiana.

Si può dire che tutte le debolezze umane erano presenti anche nelle prime comunità dei convertiti, non solo di Corinto, fino al punto che san Paolo, non senza un tocco di amara ironia, arriva a dire ai suoi fedeli Galati: “se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri” (Gal 5, 15).

L’amore dell’apostolo e la fedeltà alla Parola di Dio sono state la forza che ha riscattato e mantenuto nella verità la comunità. Anche nelle prime comunità, ricche certamente di entusiasmo e di tanti doni di Dio, si è dovuto imparare a comprendersi e a usare tanta misericordia verso i più deboli e i più fragili. Si è dovuto imparare a non diluire il messaggio del Vangelo, ma a comprendersi e a usare tanta misericordia verso i più deboli e i più fragili, tanta misericordia e volontà di perdono gli uni verso gli altri.

Ciò significa che, senza misericordia gli uni per gli altri, nessuna comunità è possibile, neanche quella cristiana, ovviamente: diventa impossibile esperimentare la gioia del Vangelo di cui le prime comunità hanno imparato a godere.

Papa Francesco ha indetto un anno santo della misericordia e ha invitato ogni diocesi a celebrarlo in comunione con la Chiesa universale. Anche noi, con gratitudine per questo grande dono del papa, seguiremo la sua indicazione, continuando il cammino iniziato l’anno scorso per annunciare e vivere la gioia della misericordia di Dio nelle nostre comunità e nella nostra diocesi. Vorremmo poter abbracciare tutti con la misericordia di Dio, anche coloro che ancora non credono in Gesù. Il Vangelo della gioia, infatti, è il Vangelo della misericordia di Dio che in Cristo dalla croce abbraccia anche il peccatore che Egli vuole salvare.

Le moderne Corinto, nelle quali noi viviamo, hanno bisogno di essere rigenerate dal Vangelo della misericordia di Dio, di essere rese più umane dalla misericordia reciproca tra i membri delle comunità, di ricevere e di far tesoro del perdono del Crocifisso, che, invece di condannare coloro che l’hanno messo in croce, invoca per loro il perdono di Dio.

L’amore di Gesù si mostra in modo sommo sulla croce, proprio perché fedele anche nella sofferenza. La resurrezione è il ‘premio’ di Dio Padre, la conseguenza, della morte in croce per amore. Senza croce non si dà resurrezione.

Noi continueremo con san Paolo ad annunciare a tutti il Cristo crocifisso, misericordia del Padre[1], che dalla croce, attraverso parole di perdono, ricostruisce ponti tra l’uomo e Dio, là dove l’odio e la violenza avevano costruito fossati e muri apparentemente insuperabili.

Cristo crocifisso, misericordia del Padre. lettera pastorale del Vescovo Carlo.

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