COME IO VI HO AMATO

OMELIA DEL GIOVEDI SANTO VESCOVO CARLO BRESCIANI

La memoria dell’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli sta al centro della liturgia di questa sera. Una cena tutta particolare per i gesti che in essa Gesù ha compiuto e per quello che ha voluto dire ai suoi apostoli e, certamente, in modo indiretto a ciascuno di noi. Ha parlato dell’amore che deve muovere e dà senso alla vita, e alla vita del cristiano in modo particolare, e ha compiuto gesti che hanno mostrato dal vivo che cosa intendesse Gesù per amore.

            Ha parlato soprattutto di un nuovo comandamento: quello della necessità che ci si ami gli uni gli altri come lui ha amato noi. Non era certamente la prima volta che parlava dell’amore. Allo scriba che gli chiedeva quale era il comandamento più importante confermò che esso era amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi. La novità nell’ultima cena è che Gesù completa quel comandamento mettendo come paragone dell’amore non se stessi, ma Gesù stesso. Dice, infatti, ai suoi apostoli “come io vi ho amato”. Il termine di paragone per capire che cosa significhi amare è l’amore di Gesù stesso, vale a dire come lui l’ha vissuto. A questo punto “amore” non è più una parola a cui si può dare il contenuto che si vuole: non tutto ciò che viene indicato come amore lo è veramente (come è vero ciò, se guardiamo a come questa parola oggi è usata e abusata!), ma solo quando si realizza in quel “come io vi ho amato”….

Giovedì santo 2024-coena Domini

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