Concluso il corso di formazione della FONDAZIONE MIGRANTES

L’ultima settimana di agosto si è svolto ad Alghero un corso di Alta formazione organizzato dalla Fondazione Migrantes. Più di 50 direttori diocesani e delegati regionali si sono confrontati sul tema della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”.

Alla fine del corso sono stati ribaditi alcuni principi che nascono dalla lunga esperienza di lavoro della Fondazione Migrantes nell’ accompagnamento sia degli emigrati italiani all’estero che di tutte le persone migranti, richiedenti asilo, circensi e giostrai, rom e sinti nel nostro paese.

  • Ogni persona ha la sua dignità e il diritto naturale alla mobilità (diritto di restare, diritto di partire, diritto di ritornare).
  • Le migrazioni costituiscono un fenomeno naturale e strutturale delle nostre società e non sono certo la causa dei loro mali. I decreti flussi si sono rivelati uno strumento inadeguato a regolare l’incontro di domanda e offerta di lavoro e hanno prodotto, come effetto collaterale, sfruttamento e lavoro nero.
  • Muri, decreti sicurezza e blocchi navali non servono a risolvere il problema dei migranti. Così come la creazione di hot spot in Africa, i respingimenti e gli accordi di riammissione nei Paesi di provenienza. Molta sofferenza, possibilità di sfruttamento e mal gestione sono causate dalla mancanza di canali di ingresso legali: non esiste nel nostro ordinamento la possibilità per un cittadino straniero di fare ingresso regolarmente al fine di cercare lavoro. Così come troppo pochi sono coloro che possono avere dei viaggi sicuri dalla zona dei conflitti al paese di asilo. Per non dire di come sono stati carenti, sino ad ora, le capacità di denuncia dello sfruttamento lavorativo e di sanzione delle realtà che hanno mal gestito i centri di accoglienza.
  • Occorre lavorare sulle cause che portano alle migrazioni (vendita delle armi, sfruttamento delle risorse, disuguaglianza, povertà e cambiamento climatico…), smettere di finanziare la guardia costiera libica, svuotare i campi di detenzione, investire sui corridoi di ingresso legali e lavorare sulla ridistribuzione europea superando finalmente il trattato di Dublino, come si è stati capaci di fare rispetto all’accoglienza delle persone in fuga dall’Ucraina.

L’invito di papa Francesco di iniziare a “Costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa” sintetizza efficacemente l’impegno a cuj sono chiamate le comunità ecclesiali.

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