SPORCARSI LE MANI ..NON COL SANGUE MA COL SERVIZIO

Separarsi per non sporcarsi con gli altri é la sporcizia più grande.

(L. Tolstoi)

Una bufala? Un fatto realmente accaduto? E’ rimbalzata da un una testata all’altra la notizia che sul lungomare di Porto d’Ascoli “due giovani immigrati bengalesi sono stati aggrediti da un branco di ragazzi italiani perché, secondo i testimoni, non conoscevano il Vangelo”.  Stento a credere che il fatto sia realmente accaduto per il semplice motivo che certi tipi di ragazzi conoscono davvero nulla della Bibbia!

Al di là della veridicità o meno dell’accaduto, certamente occorre stare attenti e vigilare perché da nessuna parte trovi spazio l’integralismo e la violenza. I media hanno grandi responsabilità, basti pensare all’uso di alcune parole come “invasione, emergenza, crisi….”: non aiuta certamente ad affrontare correttamente le trasformazioni in corso.

Chi mai ha scritto o parlato dei rifugiati e richiedenti asilo che ogni giorno prestano servizio gratuito alla nostra Caritas? Eppure sono segni meravigliosi che evidenziano come certi fenomeni, non portano solo problemi, ma prima ancora tante risorse. E’ commovente vedere l’intrecciarsi di relazioni belle e fraterne;  lo scambio di doni attraverso lingue, culture, colori, tradizioni diverse; il consolidarsi di amicizie mentre, tra lacrime e sorrisi, si condividono sofferenze e angosce, sogni e speranze.

A noi non interessa sterili polemiche o pericolose strumentalizzazioni, quanto affermare che l’immigrazione fortunatamente ci costringe a guardare la storia a partire dalla prospettiva più giusta: da ‘quelli che non ce la fanno’. Come sarebbe bello e interessante accostarsi al fenomeno della mobilità  con gli occhi, il più delle volte impauriti, dei ‘profughi!?!

Alla compassione per quei ragazzi, magari solo capaci di sciommiottare gesti di riprovevole disumanità,  vorremmo accompagnare una proposta concreta: l’invito a fare volontariato alla Caritas!

“Un’estate al mare!” cantava negli anni ’80 Giuny Russo. Ma oltre alla spiaggia, al divertimento, alla tintarella ci può e ci deve uscire un tempo da spendere diversamente. Sì, vorremmo proporre ai giovani un’esperienza di condivisione, perché il rischioso  «dolce far niente», diventi possibilità di sporcarsi le mani, non col sangue di qualche fratello, magari dopo qualche bicchiere di troppo, ma  con il servizio verso chi non riesce a camminare da solo.  Non si tratta di chiedere ad altri se sanno passi del Vangelo, ma di far diventare la propria vita vangelo. Si legge in questo Libro della misericordia e dell’amore fino al nemico, che Gesù durante l’ultima Cena versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto” (Gv 13,5) .

Carissima ragazza, carissimo giovane puoi farlo anche tu! Ed è al cosa più bella che si può fare nella vita!

La Caritas diocesana a San Benedetto è in via Madonna della Pietà, 111: ti aspettiamo!

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